lunedì 17 giugno 2013

La Battaglia di Los Angeles: Ufo o pallone sonda?


 
La mattina del 25 febbraio del 1942, a Los Angeles, avvenne uno dei più discussi casi ufologici del ventunesimo secolo.

Alle ore 2.15 la rete di radar americani, posta a controllo della costa est, rilevò un oggetto a circa 193 km dalla costa californiana; immediatamente l’intero apparato difensivo statunitense venne messo in preallarme, compresa l’artiglieria contraerea. Alle 3.06 un oggetto (presumibilmente lo stesso) venne avvistato sulla capitale californiana e la contraerea, coadiuvata dai potenti riflettori posti a terra, aprì il fuoco contro di esso. La “battaglia” infuriò per circa un’ora, durante la quale un’infinità di proiettili furono sparati contro il presunto aereo nemico. Ovviamente si pensava ad un attacco nemico ad opera dei giapponesi.

L’oggetto però non venne abbattuto e, a detta dei testimoni, sembrava sorvolare lentamente la città senza curarsi del fuoco di sbarramento che gli si riversava contro.

Il mattino dl 25 febbraio, alle prime luci dell’alba, si riscontrarono numerosi danni, provocati dai proiettili lanciati contro l’oggetto, i cui bossoli ricadevano a terra provocando lesioni ad edifici ed anche a persone (in totale vi furono sei vittime, tutte causate da “fuoco amico”).

Ma si trattava realmente di un attacco nipponico? 
 

Dalle varie testimonianze e soprattutto dalla durata della “battaglia” si può certamente escludere questa ipotesi. Nessun veicolo aereo dell’epoca avrebbe potuto sopportare un tale bersagliamento.

Nasce proprio da qui l’ipotesi ufologica dell’evento che tutt’oggi divide la comunità ufologica. 

In effetti un’altra ipotesi è che si sia trattato di un pallone aerostatico, lanciato dagli stessi americani, che per errore non sia stato identificato e scambiato per un aereo nemico. Non dimentichiamoci infatti, che si era a circa tre mesi dall’attacco nipponico a Pearl Harbor e che altri eventuali attacchi nemici alla costa est erano già stati ipotizzati dalla difesa americana (in effetti il 23 febbraio un sommergibile giapponese aveva attaccato, con scarso successo, una raffineria petrolifera americana nei pressi di Santa Barbara).

Tale ipotesi sarebbe confermata dalla consuetudine, da parte delle stesse postazioni antiaeree, di lanciare ogni 6 ore dei palloni sonda, per la misurazione del vento (necessaria per calibrare al meglio le armi). Sarebbe stato proprio uno di questi palloni, lanciato dalla postazione D comandata dal tenente Melvin Timm (che tra l’altro comunicò il lancio al comando di competenza), a essere bersagliato dalle altre postazioni contraeree a causa della sua mancata identificazione.  

In effetti l’ipotesi ufologica mi è sempre apparsa un po’ forzata.

Per quale motivo un’ipotetica navicella extraterrestre avrebbe continuato a sorvolare Los Angeles anche sotto pesante attacco della contraerea, quando nella casistica ufologica è sempre accaduto che gli ufo si disimpegnassero da ogni combattimento fuggendo o addirittura disattivando le armi di eventuali caccia terrestri posti al loro inseguimento (vi sono voci di duelli aerei caccia-ufo ma non vi sono prove)?
 
Gli stessi “foo fighters” avvistati dai piloti durante il secondo conflitto mondiale si comportavo allo stesso modo, ovvero schizzando via rapidamente qualora venissero presi di mira dai piloti terrestri.
 

Fonte:

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...