domenica 8 settembre 2013

I Silfi medievali: visite aliene nel passato?


Ufo sopra Angers nel 842 dc
Ricercando eventi del passato che potessero nascondere un eventuale contatto con esseri extraterrestri, mi sono imbattuto nelle descrizioni di particolari “incontri” avvenuti durante i regni di Pipino il Breve e Carlo Magno.

Tali eventi sono riportati nell’opera di Montfaucon De Villars intitolata “Il Conte di Gabalis”; questo libretto è un vero e proprio compendio che descrive diverse creature fantastiche (Silfi, Gnomi, Ninfe e Salamandri) ognuna delle quali abbinate a un diverso elemento (aria, terra, acqua e fuoco) e dei sistemi per entrare in contatto con esse.

In ambito ufologico sono molto interessanti le descrizioni dei Silfi, ovvero delle creature che vivrebbero nell’aria all’interno di mirabolanti navi volanti e che spesso entravano in contatto con gli stupefatti abitanti della Francia medievale causando a quest’ultimi non pochi problemi.

Ma lasciamo la parola direttamente a Montfaucon riprendendo uno stralcio della sua opera:
 
<<Durante il regno del vostro Pipino il famoso cabalista Zedechia si era prefisso di convincere la gente che gli elementi sono abitati da tutti quei popoli dei quali vi ho descritto la natura. L’espediente che escogitò fu di consigliare ai Silfi di mostrarsi a tutti nell’aere. Essi lo fecero con magnificenza; si vedevano nell’aria queste meravigliose creature in forma umana, schierate in battaglia, che marciavano in buon ordine, o reggendo le armi, o accampate sotto tende superbe; oppure su navi aeree di una mirabile struttura, la cui flotta volante navigava secondo gli zeffiri. Che cosa successe? Credete che a quella gente ignorante sia venuto in mente di ragionare sulla natura di quei meravigliosi spettacoli? Il popolo credette subito che fossero stregoni che si erano impossessati dell’aria per suscitare tempeste e far grandinare sulle messi. I sapienti, i teologi e i giureconsulti furono ben presto della stessa opinione; lo cedettero anche gli imperatori; e questa ridicola fantasia andò tanto avanti, che il saggio Carlo Magno e dopo di lui Luigi il Buono comminarono gravi pene a tutti questi pretesi tiranni dell’aria. Potete vedere questo nel primo capitolo dei Capitolari di questi due imperatori. I Silfi, vedendo che il popolo, i pedanti e perfino le teste coronate si erano messi così sulla difensiva contro di loro, per disperdere la cattiva opinione che si aveva della loro flotta innocente, risolsero di rapire uomini di ogni parte, di mostrare le loro belle donne, la loro repubblica e il loro governo, e poi di rimetterli a terra in vari luoghi del mondo.

Fecero ciò che avevano progettato. La gente che vedeva scendere questi uomini, accorreva da tutte le parti, preoccupata che fossero stregoni che si erano allontanati dai compagni per venire a gettare veleni sulle frutta e nelle fontane, e, secondo il furore che tali fantasie ispiravano, trascinavano quegli innocenti al supplizio. E’ incredibile il numero che ne fecero morire con l’acqua e con il fuoco in tutto il reame. Avvenne che un giorno, tra gli altri, a Lione si videro scendere dalle navi aeree tre uomini e una donna; tutta la città si raduna là intorno, grida che sono maghi e che Grimoaldo, duca di Benevento, nemico di Carlo Magno, li manda per rovinare le messi della Francia. I quattro innocenti hanno un bel dire, per difendersi, che sono dello stesso paese, che sono stati rapiti da poco da uomini prodigiosi che hanno mostrato loro meraviglie inaudite e li hanno pregati di riferirle. Il popolo ostinato non ascoltò la loro difesa; stava per gettarli nel fuoco, quando il brav’uomo Agobardo, vescovo di Lione, che aveva acquistata molta autorità quando era stato monaco in quella città, accorse al rumore, e, avendo udito l’accusa del popolo e la difesa degli accusati, sentenziò gravemente che l’una e l’altra erano false, che non era vero che quegli uomini erano scesi dall’aria, e che quello che dicevano di avervi veduto era impossibile.

Il popolo credette più a quello che diceva il buon padre Agobardo che ai suoi propri occhi, si calmò, rimise in libertà i quattro ambasciatori dei Silfi ed accolse con ammirazione il Libro che Agobardo scrisse per confermare la sentenza che aveva pronunciata; così la testimonianza dei quattro testimoni fu resa vana. Tuttavia, siccome erano sfuggiti al supplizio, furono liberi di raccontare quello che avevano veduto, cosa che non avvenne affatto senza scalpore;… e di là sono venute tutte le storie di fate che trovate nelle leggende amorose del secolo di Carlo Magno e di quelli che seguirono…”>>  

Leggendo il testo riportato, non si può non notare la somiglianza con le moderne esperienze raccontate dai cosiddetti “contattisti”: persone che affermano di avere ripetuti incontri con esseri alieni, dall’aspetto di bellissimi esseri umani con sembianza “nordiche”(occhi e capelli chiari) e dai quali ricevono messaggi di pace e di fratellanza cosmica.

Fortunatamente ai giorni nostri i contattisti non sono più oggetto di violenza ma sono comunque ancora osteggiati dai “discendenti” di Agobardo che continuano implacabilmente ad affermare l’impossibilità di visite aliene sulla Terra a causa delle grosse distanze che ci separano da altri eventuali pianeti abitati.

Personalmente ritengo tali cronache un ulteriore indizio che mi porta a considerare che nel passato l’umanità sia stata visitata da intelligenze non terrestri, che continuano il loro instancabile monitoraggio del nostro pianeta e della razza umana.

 

 

 

 

 

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