martedì 16 aprile 2013

L’essere di Atacama: un alieno “lillipuziano”?

 
Ultimamente ha suscitato molto interesse la notizia, rilasciata da Steven Greer, fondatore del Disclosure Project, del ritrovamento del corpo mummificato di un presunto alieno, di ridottissime dimensioni.
Il corpo dell’essere misurerebbe, infatti, circa 14 cm ed è stato ritrovato nel 2003 nel deserto cileno di Atacama presso la località di La Noria da alcuni abitanti del posto.

La notizia del ritrovamento però non è recente; già nel 2006 Cristina Aldea (referente del Centro Ufologico Nazionale italiano per la Germania) aveva eseguito una ricerca e scritto un articolo pubblicato sulla rivista “Ufo Notiziario” n. 65 di Novembre/Ottobre 2006.

E’ sconcertante il fatto che le modalità di ritrovamento descritte da Greer non coincidano con quelle, molto più “semplici”, descritte in tale articolo. Greer, infatti, probabilmente per suscitare ancora più interesse sul caso, afferma addirittura che un militare avrebbe visto la creatura ancora in vita, e avrebbe ricevuto minacce tese a zittirlo. La creatura avrebbe anche tentato di comunicare telepaticamente con il militare che sarebbe giunto sul posto dopo lo schianto dell’astronave pilotata dal minuscolo alieno. Insomma forse Greer più che occuparsi del “Disclosure Project” dovrebbe darsi alla stampa sensazionalistica!

Ma torniamo alla versione, sicuramente più seria, fornita da Cristina Aldea.
 
Le caratteristiche dell’essere farebbero pensare a una creatura non umana: oltre alle piccole dimensioni (dovute probabilmente anche al clima secco che potrebbe aver ridotto il corpo fino alla metà delle sue dimensioni originarie), possiamo notare il corpo sottile, il collo molto lungo, la testa sproporzionata rispetto al resto del corpo, le lunghe braccia… Lo scheletro è indubbiamente umanoide ma vi sono delle differenze rispetto a uno scheletro umano: le giunture, sia del gomito sia del ginocchio sono diverse; è assente la rotula e le articolazioni sembrano costituite da una sorta di “tampone elastico”.

Di particolare importanza è la presenza di sole nove costole (l’essere umano ne ha 12!) e la particolare conformazione della clavicola, completamente diversa rispetto quella umana.
Infine la testa allungata e le ossa del cranio di forma completamente diversa rispetto a quelle umane, completano il quadro di questa creatura, facendoci propendere per la sua origine non umana.
Sono state formulate diverse ipotesi sulla natura di questo essere; la più gettonata è che si tratti di un feto (umano o di scimmia); questo però non concorda con la presenza di quattro piccoli denti nella bocca dell’essere, il che denota che fosse già adulto al momento della morte. Inoltre secondo attente analisi, fatte presso università austriache e spagnole (Barcellona), è stata rilevata un’alta ossificazione delle ossa, cosa impossibile per un feto.
Le analisi hanno inoltre potuto appurare che si tratta di un essere di sesso femminile e che il Dna non sarebbe umano.
 
 

Il ritrovamento di questo piccolo essere si pone in collegamento sia con le vecchie leggende riguardanti il “piccolo popolo”, presenti anche fra la popolazione indigena di Atacama, che narrano di piccoli esseri che vivevano, in genere sottoterra, nei tempi passati. Tali leggende si ricollegano a quelle che si riferiscono agli gnomi, folletti ed elfi, caratteristiche del nostro medioevo.
Inoltre tale ritrovamento ha dei punti di contatto anche con diversi IR3, in altre parole avvistamenti di piccole creature non umane, avvenuti nel corso della storia. Ne riportiamo di seguito alcuni esempi. 

Nel 1975, in Francia, un certo “abate x” (denominato in questo modo per privacy), scrisse alla rivista “Phénomènes Spatiaux” del GEPA (Groupement d’étude de phénomènes aériens) raccontando la sua sorprendente esperienza: il 20 aprile 1945, in una foresta tra le località Renève (Cote d’Or) e Poyans (Alto Saon), mentre era in cerca di funghi, s’imbatté in una piccola creatura umanoide alta dai quindici ai 17 cm, che alla sua vista si allontanò velocemente. Il religioso raccontò che l’esserino era vestito con una specie di tuta color rosso scuro, con una piccola “stecca” a punta di color beige che sporgeva verso l’alto.  

Il 23 ottobre 1965 alle 19.15 circa, uno speaker radiofonico del Minnesota, J. Townsend, di 19 anni, percorreva la Nazionale 27 presso Long Praire,  quando la sua auto smise di funzionare di colpo. Sceso per controllare si trovò di fronte ad una scena a dir poco sconcertante: in mezzo alla strada poté osservare un oggetto, simile a un razzo, di circa 3 metri di diametro e 10 metri di altezza, appoggiato su 3 “gambe”. Sotto l’oggetto, in un grande cerchio di luce, vide tre piccoli esseri nero-verdastri di circa 12 cm di altezza, simili a piccoli robot. Tali esseri dopo aver notato la presenza del giovane, entrarono nel loro “mezzo” che prese il volo. A quel punto l’auto di Townsend riprese a funzionare e il ragazzo potè avvertire le locali forze dell’ordine, che giunte sul posto rilevarono le tracce dello strano ordigno. In seguito altri testimoni si fecero avanti affermando di aver notato strane luci in cielo sopra la zona. 

Il 19 agosto 1970, in Malaysia, presso una scuola di Bukit Mertajam, dei ragazzi videro un piccolo oggetto circolare atterrare. Dall’oggetto scesero cinque piccoli esseri alti circa 8 cm: uno di loro era vestito di giallo, mentre gli altri quattro di azzurro. I ragazzi li descrissero con grandi occhi obliqui e dall’aspetto orribile. Uno dei ragazzi, Mohammed Alì, provò a catturare l’essere vestito di giallo (ritenuto il capo) ma questo ferì la mano del ragazzo provocandogli una dolorosa bruciatura. Un altro ragazzo, K. Wigneswaran cercò anch’egli di catturare il piccolo capo ma questa volta il piccolo essere fece svenire il ragazzo che successivamente, dopo aver ripreso i sensi, notò sulla sua gamba destra una piccola macchia rossa, come di una puntura.
Nella concitazione suscitata dai due “attacchi” i piccoli esseri si dileguarono. 

Il 10 agosto 1973, quattro studenti della scuola normale di Varones de Ibaque, in Colombia, si recarono a raccogliere piante presso la forra “El Jordan” a pochi chilometri di distanza. Mentre di trovavano nel letto asciutto di un ruscello videro quattro esseri dalle sembianze umane ma dell’altezza di circa 20 cm, che sembravano intenti a cercare qualcosa nel fango. Gli esseri erano vestiti di bianco con berretti grigi. Anche un poliziotto vide l’intera scena. Quando i cinque testimoni si avvicinarono ai piccoli esseri, questi ultimi scomparvero di colpo come per magia. In seguito furono fatte delle ricerche sul posto dell’avvistamento e furono rilevate delle piccole orme di passi e scattate alcune foto.
 
Infine citiamo la storia di un piccolo essere ritrovato in Cile da Julio Henriquez Carreno, di 10 anni. Il ragazzo, durante un pic-nic con la famiglia, avrebbe trovato un piccolo essere umano di 7 cm circa. Il padre fece esaminare “l’omino” da dei medici di Santiago, che esclusero che si trattasse di un feto umano né di un feto di felino (come ipotizzato da un veterinario). La creatura, come raccontato da Julio, sopravvisse per otto giorni durante i quali non volle né mangiare né bere. 
 
Fonti:
Ufo Notiziario n. 65 Ottobre/Novembre 2006

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