Ufo sopra Angers nel 842 dc |
Ricercando eventi del passato che
potessero nascondere un eventuale contatto con esseri extraterrestri, mi sono
imbattuto nelle descrizioni di particolari “incontri” avvenuti durante i regni
di Pipino il Breve e Carlo Magno.
Tali eventi sono riportati
nell’opera di Montfaucon De Villars intitolata “Il Conte di Gabalis”; questo
libretto è un vero e proprio compendio che descrive diverse creature
fantastiche (Silfi, Gnomi, Ninfe e Salamandri) ognuna delle quali abbinate a un
diverso elemento (aria, terra, acqua e fuoco) e dei sistemi per entrare in
contatto con esse.
In ambito ufologico sono molto
interessanti le descrizioni dei Silfi, ovvero delle creature che vivrebbero
nell’aria all’interno di mirabolanti navi volanti e che spesso entravano in
contatto con gli stupefatti abitanti della Francia medievale causando a
quest’ultimi non pochi problemi.
Ma lasciamo la parola
direttamente a Montfaucon riprendendo uno stralcio della sua opera:
Fecero ciò che avevano progettato. La gente che vedeva scendere questi
uomini, accorreva da tutte le parti, preoccupata che fossero stregoni che si
erano allontanati dai compagni per venire a gettare veleni sulle frutta e nelle
fontane, e, secondo il furore che tali fantasie ispiravano, trascinavano quegli
innocenti al supplizio. E’ incredibile il numero che ne fecero morire con
l’acqua e con il fuoco in tutto il reame. Avvenne che un giorno, tra gli altri,
a Lione si videro scendere dalle navi aeree tre uomini e una donna; tutta la
città si raduna là intorno, grida che sono maghi e che Grimoaldo, duca di
Benevento, nemico di Carlo Magno, li manda per rovinare le messi della Francia.
I quattro innocenti hanno un bel dire, per difendersi, che sono dello stesso
paese, che sono stati rapiti da poco da uomini prodigiosi che hanno mostrato
loro meraviglie inaudite e li hanno pregati di riferirle. Il popolo ostinato
non ascoltò la loro difesa; stava per gettarli nel fuoco, quando il brav’uomo
Agobardo, vescovo di Lione, che aveva acquistata molta autorità quando era
stato monaco in quella città, accorse al rumore, e, avendo udito l’accusa del
popolo e la difesa degli accusati, sentenziò gravemente che l’una e l’altra
erano false, che non era vero che quegli uomini erano scesi dall’aria, e che
quello che dicevano di avervi veduto era impossibile.
Il popolo credette più a quello che diceva il buon padre Agobardo che
ai suoi propri occhi, si calmò, rimise in libertà i quattro ambasciatori dei
Silfi ed accolse con ammirazione il Libro che Agobardo scrisse per confermare
la sentenza che aveva pronunciata; così la testimonianza dei quattro testimoni
fu resa vana. Tuttavia, siccome erano sfuggiti al supplizio, furono liberi di
raccontare quello che avevano veduto, cosa che non avvenne affatto senza
scalpore;… e di là sono venute tutte le storie di fate che trovate nelle
leggende amorose del secolo di Carlo Magno e di quelli che seguirono…”>>
Leggendo il testo riportato, non
si può non notare la somiglianza con le moderne esperienze raccontate dai
cosiddetti “contattisti”: persone che affermano di avere ripetuti incontri con
esseri alieni, dall’aspetto di bellissimi esseri umani con sembianza
“nordiche”(occhi e capelli chiari) e dai quali ricevono messaggi di pace e di
fratellanza cosmica.
Fortunatamente ai giorni nostri i
contattisti non sono più oggetto di violenza ma sono comunque ancora osteggiati
dai “discendenti” di Agobardo che continuano implacabilmente ad affermare
l’impossibilità di visite aliene sulla Terra a causa delle grosse distanze che
ci separano da altri eventuali pianeti abitati.
Personalmente ritengo tali
cronache un ulteriore indizio che mi porta a considerare che nel passato
l’umanità sia stata visitata da intelligenze non terrestri, che continuano il
loro instancabile monitoraggio del nostro pianeta e della razza umana.
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