sabato 6 aprile 2013

Il “Prodigiorum Liber”, Ufo nell’antica Roma (parte prima).

 
Il fenomeno ufologico non nacque assolutamente nell’epoca moderna ma affonda le sue origini agli albori della storia umana.

Diverse sono le fonti di testimonianze di eventi inspiegabili avvenuti nel passato.

Una di queste fonti, tra le più conosciute dagli ufologi, è il “Prodigiorum Liber” di Giulio Ossequente, scritto nel IV secolo d.C.

In questo compendio l’autore elenca tutti quei fatti considerati dei veri e propri “prodigi”, da nascite di bambini o animali con malformazioni, a veri e propri avvistamenti inspiegabili, passando per i cosiddetti fenomeni fortiani (piogge anormali di sangue, latte) a eventi che al giorno d’oggi considereremmo miracolosi (statue di dei che lacrimano).

In questa sede ho voluto raccogliere tutte quelle descrizioni di eventi che richiamano ad avvistamenti di oggetti volanti inspiegabili, dei veri e propri “Res Inexplicatae Volantes”.

Per questo articolo, diviso in più parti, mi sono avvalso della traduzione del testo effettuata dal latino all’italiano dagli studenti del Liceo Scientifico “Torelli” di Fano con la supervisione del prof. Stefano Lancioni che potete trovare al seguente indirizzo web: http://win98.altervista.org/libro-prodigi-tradotto.pdf

Inoltre per alcuni controlli relativi alla traduzione ho utilizzato il dizionario di latino online raggiungibile a questo indirizzo: http://www.dizionario-latino.com/index.php

Ho mantenuto la suddivisione in anni (con indicazione dei consoli in carica) e l’intera stesura dei fatti accaduti, evidenziando quelli rilevanti in campo ufologico. E’ presente l’originale in latino con successiva traduzione in italiano e un mio commento finale.

Questa prima parte comprende il periodo storico che va dal 190 a.C. al 100 a.C.

Buona lettura!

190 a.C. - L. Scipione C. Laelio
"Iunonis Lucinae templum fulmine ictum ita ut fastigium valvaeque deformarentur. In finitimis pleraque de caelo icta. Nursiae sereno nimbi orti et homines duo exanimati. Tusculi terra pluit.  Mula Reate peperit. Supplicatio per decem pueros patrimos matrimos totidemque virgines habita."
"Il tempio di Giunone Lucina fu colpito da un fulmine: furono danneggiati il tetto e le porte. Nelle vicinanze molte cose furono colpite dal fulmine. A Norcia nel cielo sereno arrivarono delle nuvole e due uomini furono uccisi. A Tuscolo piovve terra. A Rieti partorì una mula. Una pubblica preghiera fu recitata da dieci ragazzi e dieci ragazze con padri e madri viventi."
Commento
Cos’erano le “nuvole” che, arrivate a Norcia, causarono l’uccisione di due uomini? Notiamo che non si parla di temporali, piogge o fulmini, ma solamente di nuvole! Precisiamo inoltre che la traduzione in italiano di “examinati” oltre a “uccisi” può variare dal semplice sbigottimento alla paralisi (e qui si ricollegherebbe il tutto ai moderni IR3 – incontri ravvicinati del 3° tipo – con  casi di paralisi dei testimoni).

186 a.C. - Sp. Postulio Albino Q. Marcio Philippo

"Sacrum novendiale factum quod in Piceno lapidibus pluit ignesque caelestes multifariam orti levi afflatu complurium vestimenta adusserunt. Aedes Iovis in Capitolio fulmine icta. In Umbria semimas duodecim ferme annorum inventus aruspicumque iussu necatus. Galli qui Alpes transierunt in Italiam sine proelio eiecti."
"Furono osservati nove giorni di preghiera poiché nel Piceno erano piovute pietre e in molti luoghi fuochi celesti con un leggero soffio avevano bruciato gli abiti di più persone. Il tempio di Giove nel Campidoglio fu colpito da un fulmine. In Umbria fu trovato un ermafrodito di circa dodici anni e per
ordine degli aruspici fu messo a morte. I Galli, che erano entrati in Italia attraverso le Alpi, furono respinti senza combattere."

Commento
Anche qui si può notare qualcosa di insolito: dei “fuochi celesti” che con un “soffio leggero” bruciano i vestiti delle persone. Anche in questo caso ci sono dei forti richiami ai moderni IR3.



167 a.C. - Q. Aelio Paeto M. Iunio
"Romae aliquot loca sacra profanaque de caelo tacta. Anagniae terra pluit. Lanuvi fax ardens in caelo visa. Calatiae in agro publico per triduum et duas noctes sanguis manavit. Rex Illyrici Gentius et Macedoniae Perses devicti."
"A Roma alcuni luoghi sacri e profani furono colpiti da fulmini. Ad Anagni piovve terra. A Lanuvio
fu vista nel cielo una fiaccola ardente. A Calazia in un campo pubblico per tre giorni e tre notti sgorgò sangue. Genzio, re degli Illiri, e Perseo, re di Macedonia, furono sconfitti."
Commento
Ecco la prima “torcia ardente” descritta da Ossequente. Potrebbe essere un fenomeno naturale? Molti studiosi identificano le “fax ardens”, descritte dagli antichi romani, con le meteore.

166 a.C. - M. Marcello C. Sulpicio

"In Campania multis locis terra pluit. In Praenestino cruenti ceciderunt imbres. Veienti lana ex arboribus nata. Terracinae in aede Minervae mulieres tres, quae operatae sedebant, exanimatae. Ad lucum Libitinae in statua equestri aenea ex ore et pede aqua manavit diu. Galli Ligures deleti.  Comitia cum ambitiosissime fierent et ob hoc senatus in Capitolio haberetur, milvus volans mustelam raptam de cella Iovis in medio consessu patrum misit. Sub idem tempus aedes Salutis de caelo tacta. In colle Quirinali sanguis terra manavit. Lanuvii fax in caelo nocte conspecta. Fulmine pleraque discussa Cassini et sol per aliquot horas noctis visus. Teani Sidicini puer cum quattuor manibus et totidem pedibus natus. Urbe lustrata pax domi forisque fuit."
"In molte località della Campania piovve terra. Nel territorio di Preneste piovve sangue. A Veio spuntò lana dagli alberi. A Terracina nel tempio di Minerva morirono tre donne che avevano celebrato dei riti. Nel bosco sacro a Libitina, dalla bocca e dal piede della statua equestre di bronzo, a lungo sgorgò acqua. I Galli Liguri furono sconfitti. C’era turbolenza nei Comizi e per questo il Senato si era trasferito in Campidoglio: un nibbio volando, dopo aver catturato una donnola nel tempio di Giove, la lasciò al centro dell’assemblea dei senatori. Allo stesso tempo il tempio della Salute fu colpito da un fulmine. Sul colle Quirinale sgorgò sangue dalla terra  A Lanuvio nella notte fu vista una fiaccola nel cielo. A Cassino molte costruzioni furono distrutte da un fulmine e nella notte fu visto il sole per alcune ore. A Teano Sidicino nacque un bambino con quattro mani e altrettanti piedi. Dopo la purificazione, ci fu la pace in città e fuori."
Commento
La lana sugli alberi di Veio può ricondursi alla “bambagia silicea” dei moderni avvistamenti ufo (famoso fu il caso di Firenze nel 1954), chiamata anche “capelli d’angelo”?
Un'altra torcia fu vista nel cielo di notte, probabilmente anche questa una meteora.
Infine, a Cassino, un “sole” fu osservato per alcune ore durante la notte. In questo caso non può trattarsi di meteora (o l’avrebbero descritta anch’essa come “fax”), quindi di cosa si trattava? 

163 a.C. - Ti. Graccho M. Iuventio

"Capuae nocte sol visus. In agro Stellati fulgure vervecum de grege pars exanimata. Terracinae pueri trigemini nati. Formiis duo soles interdiu visi. Caelum arsit. Antii homo ex speculo acie orta combustus. Gabiis lacte pluit. Fulmine pleraque decussa in Palatio. In templum Victoriae cygnus inlapsus per manus capientium effugit. Priverni puella sine manu nata. In Cephallenia tuba in caelo cantare visa. Terra pluit. Procellosa tempestate tecta diruta stragesque agrorum facta. Crebro fulminavit. Nocte species solis Pisauri adfulsit. Caere porcus humanis manibus et pedibus natus, et pueri quadrupes et quadrumanes nati. Ad forum Aesi bovem flamma ex ipsius ore nata non laesit."
"A Capua fu visto il sole di notte. Nel Campo Stellato una parte dei montoni di un gregge fu uccisa da un fulmine. A Terracina nacquero tre gemelli. A Formia durante il giorno furono visti due soli. Il cielo bruciò. (Ad Anzio) Un uomo fu bruciato da un raggio di luce uscito da uno specchio. A Gabi piovve latte.  Nel Palatino parecchie costruzioni furono colpite dai fulmini. Nel tempio della Vittoria entrò un cigno e sfuggì dalle mani di chi voleva catturarlo. A Priverno una fanciulla nacque senza una mano.  A Cefalonia si vide una tromba che suonava in cielo. Piovve terra. A causa di una violenta tempesta furono distrutte case e devastati campi. Spesso caddero dei fulmini. Durante la notte a Pesaro brillò una specie di sole. A Cere nacque un maiale con mani e piedi umani e fanciulli con quattro piedi e quattro mani. A Foro Esino una fiamma, uscita dalla bocca di un bue, non lo ferì."
Commento
Un’altra carrellata di fatti inspiegabili.
Sia a Capua che a Pesaro fu visto un sole di notte.
A Formia, durante il giorno, ne comparvero addirittura due, potrebbe trattarsi di “parelio” (o “cane solare”)?
Ad Anzio un uomo fu colpito da un raggio uscito da uno “specchio”. Che fosse un oggetto con superficie riflettente?
A Cefalonia fu avvistata una “tromba” che suonava in cielo (ricordiamoci che le trombe romane erano di foggia più semplice delle attuali). Questo ricorda gli avvistamenti di oggetti volanti di fogge particolari avvistati in epoca moderna o anche le “trombe angeliche” descritte nella Bibbia.
 
 

154 a.C. - Q. Opimio L. Postumio

"In provinciam proficiscens Postumius consul cum immolaret, in plurimis victimis caput in iocinere non invenit; profectusque post diem septimum aeger Romam relatus expiravit. Compsae arma in caelo volare visa. Fulmine pleraque decussa. A Gallis et a Lusitanis Romani per arma graviter vexati."
"Il console Postumio che faceva un sacrificio prima di partire per la provincia, non trovò la parte superiore del fegato in un gran numero di vittime; e dopo essersi messo in cammino, fu riportato malato a Roma, dove morì dopo sette giorni. A Compsa furono viste volare in cielo armi. Molte costruzioni furono colpite dai fulmini. I Romani furono sconfitti rovinosamente dai Galli e dai Lusitani."
Commento
Dopo le varie torce, soli notturni ecc, ecco un evento ancora più particolare: armi volanti! A cosa si riferivano i testimoni? In latino “arma” può indicare anche l’equipaggiamento di un soldato, che i testimoni si riferissero a qualcosa di simile? Magari uno scudo o qualcosa di simile ad un giavellotto?

137 a.C. - M. Aemilio C. Hostilio Mancino

"Cum Lavinii auspicaretur, pulli e cavea in silvam Laurentinam evolarunt neque inventi sunt.  Praeneste fax ardens in caelo visa, sereno intonuit. Terracinae M. Claudius praetor in nave fulmine conflagravit. Lacus Fucinus per milia passuum quinque quoquo versum inundavit. In Graecostasi et comitio sanguine fluxit. Esquiliis equuleus cum quinque pedibus natus. Fulmine pleraque decussa.  Hostilius Mancinus consul in portu Herculis cum conscenderet navem petens Numantiam, vox improviso audita “Mane, Mancine.” Cumque egressus postea navem Genuae conscendisset, anguis in navi inventus e manibus effugit. Ipse consul devictus, mox Numantinis deditus."
"Mentre si prendevano gli auspici a Lavinio, i polli scapparono dalla gabbia nella Selva Laurentina e non furono ritrovati. A Preneste fu vista una fiaccola ardente in cielo e tuonò a ciel sereno. A Terracina il pretore Marco Claudio bruciò nella sua nave a causa di un fulmine. Il lago Fucino uscì dal suo alveo per cinque miglia in tutte le direzioni. Nella Grecostasi e nel Comizio sgorgò sangue.  Nell’Esquilino nacque un puledro con cinque zampe. I fulmini colpirono molte cose. Quando il console Ostilio Mancino stava salendo sulla nave a Porto d’Ercole, diretto a Numanzia, all’improvviso si sentì un grido: “Fermati, Mancino.” Sbarcò e salì su una nave a Genova: fu trovato un serpente nella nave che sfuggì dalle mani. Lo stesso console venne sconfitto e successivamente fu consegnato ai Numantini."
Commento
In questo caso la fiaccola ardente potrebbe essere effettivamente una meteora che esplodendo nell’atmosfera causa un forte boato come un tuono.

134 a.C. - P. Africano C. Fulvio

"In Amiterno sol noctu visus, eiusque lux aliquamdiu fuit visa. Bos locutus et nutritus publice.
Sanguine pluit. Anagniae servo tunica arsit et intermortuo igne nullum flammae apparuit vestigium.  In Capitolio nocte avis gemitus similes hominis dedit. In aede Iunonis Reginae scutum Ligusticum fulmine tactum. Fugitivorum bellum in Sicilia exortum, coniuratione servorum in Italia oppressa."
 
"Ad Amiterno durante la notte si vide il sole; la sua luce fu vista per parecchio tempo. Un bue parlò e fu mantenuto a spese pubbliche. Piovve sangue. Ad Anagni una tunica bruciò addosso ad un servo e, spento il fuoco, non rimase alcun segno della fiamma. Nel Campidoglio un uccello emise un gemito simile a quello dell’uomo. Nel tempio di Giunone Regina lo scudo ligustico fu colpito da un fulmine. In Sicilia ci fu una ribellione di schiavi e anche in Italia fu soffocata un congiura di schiavi."
Commento
L’ennesimo sole notturno avvistato ad Amiterno. Di cosa si trattava?


 

122 a.C. - Cn. Domitio C. Fannio

"In foro Vessano androgynus natus in mare delatus est. In Gallia tres soles et tres lunae visae.  Vitulus biceps natus. Bubo in Capitolio visus. Aetnae incendio Catina consumpta. Sallyes et Allobroges devicti."
"A Foro Vessano nacque un ermafrodito e fu gettato in mare. In Gallia furono visti tre soli e tre lune.  Nacque un vitello con tre teste. Un gufo fu visto sul Campidoglio. Catania fu distrutta da un incendio provocato dall’Etna. I Salli e gli Allobrogi furono vinti."
Commento
Se per i tre soli visti in Gallia, durante il giorno, potrebbe trattarsi di parelio, cos’erano invece le tre lune avvistate di notte? 

106 a.C. - Q. Servilio Caepione C. Atilio Serrano

"Amiterni cum ex ancilla puer nasceretur, ave dixit. In agro Perusino et Romae locis aliquot lacte pluit. Inter multa fulmine icta Atellis digiti hominis quattuor tamquam ferro praecisi. Argentum signatum afflatu fulminis diffluxit. In agro Trebulano mulier nupta civi Romano fulmine icta nec exanimata. Fremitus caelestis auditus et pila caelo cadere visa. Sanguine pluit. Romae interdiu fax sublime volans conspecta. In aede Larum flamma a fastigio ad summum columen penetravit innoxia. Per Caepionem consulem senatorum et equitum iudicia communicata. Cetera in pace."
 
"Ad Amiterno un bambino appena nato da una ancella disse “Ave!”. Nel territorio perugino e in alcuni luoghi di Roma piovve latte. Tra le varie cose colpite da un fulmine, ad Atella quattro dita di un uomo furono tagliate come da una spada. Una moneta di argento si sciolse con il calore di un fulmine. Nel territorio di Trebula una donna sposata con un cittadino romano fu colpita da un fulmine ma sopravvisse. Nel cielo si sentì un rumore e si vide cadere una palla dal cielo. Piovve sangue. A Roma di giorno fu possibile vedere una fiamma che fluttuava nell’aria. Nel tempio dei Lari una fiamma entrò dal tetto e arrivò alla sommità della colonna senza far danno. Su proposta del console Cepione le giurie furono divise tra senatori e cavalieri. Le altre cose rimasero in pace."
Commento
Un’altra possibile meteora avvistata (la palla che cade dal cielo); ma cos’erano le due fiamme avvistate rispettivamente a Roma e nel tempio dei Lari?

104 a.C. - C. Mario C. Flavio

"Bubo extra urbem visus. Bos locuta. Trebulae Mutuscae simulacrum in templo, quod capite adaperto fuit, opertum inventum. Nuceriae ulmus vento eversa sua sponte erecta in radicem convaluit. In Lucanis lacte, Lunae sanguine pluit. Arimini canis locutus. Arma caelestia tempore utroque ab ortu et occasu visa pugnare et ab occasu vinci. Aruspicum responso populus stipem Cereri et Proserpinae tulit. Virgines viginti septem dona canentes tulerunt. Luna interdiu cum stella ab hora tertia usque ad horam septinam apparuit. A fugitivis et desertoribus in Thurinis regiones vastatae. Cimbri Alpes transgressi post Hispaniam vastatam iunxerunt se Teutonis. Lupus urbem intravit. Fulminis ictu vultures super turrem exanimati. Hora diei tertia solis defectus lucem obscuravit. Examen apium ante aedem Salutis consedit. In comitio lacte pluit. In Piceno tres soles visi. In agro Vulsiniensi flamma e terra orta caelumque visa contingere. In Lucanis duo agni equinis pedibus nati, alter siminino capite. In Tarquinensi lactis rivi terra scaturienti exorti. Aruspicum responso signa oleaginea duo armata statuta supplicatumque. In Macedonia Thraces subacti." 

"Un gufo fu visto fuori città. Una mucca parlò. A Tremula Mutusca fu trovata con il capo coperto una statua, che era a capo scoperto. A Nocera un olmo, rovesciato dal vento, si ristabilì eretto sulle radici di sua spontanea volontà. In Lucania piovve latte, a Luni sangue. A Rimini una cane parlò.  Armi celesti furono viste combattere in un certo momento dall’est all’ovest e prevalse quella occidentale. In base al responso degli aruspici il popolo portò un’offerta a Cerere e a Proserpina.  Ventisette vergini portarono i doni cantando. La Luna e una stella apparvero dall’ora terza all’ora settima durante il giorno. Il territorio vicino a Turi fu devastato dai fuggitivi e dai disertori. I Cimbri dopo aver oltrepassato le Alpi e aver devastato la Spagna si unirono ai Teutoni. Un lupo entrò a Roma. Alcuni avvoltoi furono colpiti e uccisi da un fulmine su una torre. All’ora terza ci fu un’eclissi. Uno sciame di api si stabilì davanti al tempio della Salute. Piovve latte sul Comizio. Nel Piceno furono visti tre soli. Nei campi di Volsini si vide una fiamma, spuntata dalla terra, toccare il cielo. In Lucania due agnelli nacquero con zampe equine; uno dei due aveva la testa di scimmia.  Nei pressi di Tarquinia sgorgarono dalla terra fiumi di latte. In base al responso degli aruspici furono collocate due statue di legno armate e si tenne una supplicatio. In Macedonia i Traci furono sottomessi."

Commento
Partiamo dai due fenomeni meno clamorosi: una Luna accompagnata da una stella avvistate in pieno giorno (due oggetti volanti di forme diverse?) e una fiamma, che, inspiegabilmente, parte da terra per scomparire nel cielo (qualcosa precedentemente atterrato che riparte utilizzando motori a razzo?).
 
Ma il fatto più importante non può che essere la battaglia di “armi celesti” avvistata nei cieli. Dalla descrizione si desume che si sia trattato di un vero e proprio scontro tra due formazioni di oggetti volanti e che a vincere fu quella partita da occidente.

102 a.C. - C. Mario Q. Lutatio

"Novemdiale sacrum fuit, quod in Tuscis lapidibus pluerat. Urbs aruspicum iussu lustrata. Hostiarum cinis per decemviros in mare dispersus, et per dies novem per magistratus circa omnia templa et municipia pompa ducta supplicantum. Hastae Martis in regia sua sponte motae. Sanguine circa amnem Anienem pluit. Examen apium in foro boario in sacello consedit. In Gallia in castris lux nocte fulsit. Puer ingenuus Ariciae flamma comprehensus nec ambustus. Aedes Iovis clusa fulmine icta. Cuius expiationem quia primus monstraverat Aemilius Potensis aruspex, praemium tulit, ceteris celantibus, quod ipsis liberisque exitium portenderetur. Piratae in Cilicia a Romanis deleti.  Teutoni a Mario trucidati."
"Ci fu un rito sacro di nove giorni, perché erano piovuti sassi in Etruria. La città fu purificata per ordine degli aruspici. Le ceneri delle vittime furono disperse in mare dai decemviri, e per nove giorni una processione di supplicanti fu condotta dai magistrati attorno a tutti i templi e municipi.  Le lance di Marte si mossero di loro volontà nella Regia. Piovve sangue attorno al fiume Aniene.  Uno sciame di api si insediò in un tempietto nel foro Boario. Negli accampamenti in Gallia una luce brillò di notte. Un fanciullo libero di Aricia fu avvolto dalle fiamme ma non venne consumato. Il tempio di Giove fu colpito da un fulmine mentre era chiuso. L’aruspice Emilio Potense ebbe un premio, poiché per primo aveva indicato l’espiazione di questo prodigio, mentre gli altri lo celavano, perché annunciava la morte di loro stessi e dei figli. I pirati furono annientati dai Romani in Cilicia. I Teutoni furono sterminati da Mario."
 
Commento
Anche se decisamente poche le informazioni a riguardo, possiamo annoverare la luce apparsa di notte, negli accampamenti romani in Gallia, quantomeno come fenomeno particolare.


Seconda parte dell'articolo.

1 commento:

  1. HO FATTO 3 +5 ANNI DI LATINO SUI BANCHI DI SCUOLA...... MAI MAI UNA SOLA PAROLA DI CIO. FANCULO PROFF

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