Diverse sono le fonti di
testimonianze di eventi inspiegabili avvenuti nel passato.
Una di queste fonti, tra le più
conosciute dagli ufologi, è il “Prodigiorum Liber” di Giulio Ossequente,
scritto nel IV secolo d.C.
In questo compendio l’autore
elenca tutti quei fatti considerati dei veri e propri “prodigi”, da nascite di
bambini o animali con malformazioni, a veri e propri avvistamenti inspiegabili,
passando per i cosiddetti fenomeni fortiani (piogge anormali di sangue, latte)
a eventi che al giorno d’oggi considereremmo miracolosi (statue di dei che
lacrimano).
In questa sede ho voluto
raccogliere tutte quelle descrizioni di eventi che richiamano ad avvistamenti
di oggetti volanti inspiegabili, dei veri e propri “Res Inexplicatae Volantes”.
Per questo articolo, diviso in
più parti, mi sono avvalso della traduzione del testo effettuata dal latino
all’italiano dagli studenti del Liceo Scientifico “Torelli” di Fano con la
supervisione del prof. Stefano Lancioni che potete trovare al seguente
indirizzo web: http://win98.altervista.org/libro-prodigi-tradotto.pdf
Inoltre per alcuni controlli
relativi alla traduzione ho utilizzato il dizionario di latino online
raggiungibile a questo indirizzo: http://www.dizionario-latino.com/index.php
Ho mantenuto la suddivisione in
anni (con indicazione dei consoli in carica) e l’intera stesura dei fatti
accaduti, evidenziando quelli rilevanti in campo ufologico. E’ presente
l’originale in latino con successiva traduzione in italiano e un mio commento
finale.
Questa prima parte comprende il
periodo storico che va dal 190
a .C. al 100
a .C.
Buona lettura!
"Iunonis Lucinae templum fulmine ictum ita ut fastigium valvaeque
deformarentur. In finitimis pleraque de caelo icta. Nursiae sereno nimbi orti et homines duo
exanimati. Tusculi terra pluit. Mula
Reate peperit. Supplicatio per decem pueros patrimos matrimos totidemque
virgines habita."
"Il tempio di Giunone Lucina fu colpito da un fulmine: furono
danneggiati il tetto e le porte. Nelle vicinanze molte cose furono colpite dal
fulmine. A Norcia nel
cielo sereno arrivarono delle nuvole e due uomini furono uccisi. A
Tuscolo piovve terra. A Rieti partorì una mula. Una pubblica preghiera fu
recitata da dieci ragazzi e dieci ragazze con padri e madri viventi."
Commento
Cos’erano le “nuvole” che,
arrivate a Norcia, causarono l’uccisione di due uomini? Notiamo che non si
parla di temporali, piogge o fulmini, ma solamente di nuvole! Precisiamo
inoltre che la traduzione in italiano di “examinati” oltre a “uccisi” può
variare dal semplice sbigottimento alla paralisi (e qui si ricollegherebbe il
tutto ai moderni IR3 – incontri ravvicinati del 3° tipo – con casi di paralisi dei testimoni).
186 a .C. - Sp. Postulio Albino Q. Marcio Philippo
"Sacrum novendiale factum quod in Piceno lapidibus pluit ignesque caelestes
multifariam orti levi afflatu complurium vestimenta adusserunt. Aedes
Iovis in Capitolio fulmine icta. In Umbria semimas duodecim ferme annorum inventus
aruspicumque iussu necatus. Galli qui Alpes transierunt in Italiam sine proelio
eiecti."
"Furono
osservati nove giorni di preghiera poiché nel Piceno erano piovute pietre e in molti luoghi fuochi celesti
con un leggero soffio avevano bruciato gli abiti di più persone. Il
tempio di Giove nel Campidoglio fu colpito da un fulmine. In Umbria fu trovato
un ermafrodito di circa dodici anni e per
ordine degli aruspici fu messo a morte. I Galli, che erano entrati in Italia attraverso le Alpi, furono respinti senza combattere."
Commento
Anche qui si può notare qualcosa di insolito: dei “fuochi celesti” che con un “soffio leggero” bruciano i vestiti delle persone. Anche in questo caso ci sono dei forti richiami ai moderni IR3.
167 a .C. - Q. Aelio Paeto M. Iunio
ordine degli aruspici fu messo a morte. I Galli, che erano entrati in Italia attraverso le Alpi, furono respinti senza combattere."
Commento
Anche qui si può notare qualcosa di insolito: dei “fuochi celesti” che con un “soffio leggero” bruciano i vestiti delle persone. Anche in questo caso ci sono dei forti richiami ai moderni IR3.
"Romae aliquot loca sacra profanaque de caelo tacta. Anagniae terra
pluit. Lanuvi fax ardens
in caelo visa. Calatiae in agro publico per triduum et duas noctes
sanguis manavit. Rex Illyrici Gentius et Macedoniae Perses devicti."
"A Roma alcuni luoghi sacri e profani furono colpiti da fulmini. Ad
Anagni piovve terra. A
Lanuvio
fu vista nel cielo
una fiaccola ardente. A Calazia in un campo pubblico per tre giorni e
tre notti sgorgò sangue. Genzio, re degli Illiri, e Perseo, re di Macedonia,
furono sconfitti."
Commento
Ecco la prima “torcia ardente”
descritta da Ossequente. Potrebbe essere un fenomeno naturale? Molti studiosi
identificano le “fax ardens”, descritte dagli antichi romani, con le meteore.
166 a .C. - M. Marcello C. Sulpicio
"In Campania multis locis terra pluit. In Praenestino cruenti ceciderunt
imbres. Veienti lana ex arboribus
nata. Terracinae in aede Minervae mulieres tres, quae operatae sedebant,
exanimatae. Ad lucum Libitinae in statua equestri aenea ex ore et pede aqua
manavit diu. Galli Ligures deleti. Comitia
cum ambitiosissime fierent et ob hoc senatus in Capitolio haberetur, milvus
volans mustelam raptam de cella Iovis in medio consessu patrum misit. Sub idem
tempus aedes Salutis de caelo tacta. In colle Quirinali sanguis terra manavit. Lanuvii fax in caelo nocte
conspecta. Fulmine pleraque discussa Cassini et sol per aliquot horas noctis visus.
Teani Sidicini puer cum quattuor manibus et totidem pedibus natus. Urbe
lustrata pax domi forisque fuit."
"In molte località della Campania piovve terra. Nel territorio di
Preneste piovve sangue. A
Veio spuntò lana dagli alberi. A Terracina nel tempio di Minerva
morirono tre donne che avevano celebrato dei riti. Nel bosco sacro a Libitina,
dalla bocca e dal piede della statua equestre di bronzo, a lungo sgorgò acqua.
I Galli Liguri furono sconfitti. C’era turbolenza nei Comizi e per questo il Senato
si era trasferito in Campidoglio: un nibbio volando, dopo aver catturato una
donnola nel tempio di Giove, la lasciò al centro dell’assemblea dei senatori.
Allo stesso tempo il tempio della Salute fu colpito da un fulmine. Sul colle
Quirinale sgorgò sangue dalla terra A Lanuvio nella notte fu vista una fiaccola nel cielo. A
Cassino molte costruzioni furono distrutte da un fulmine e nella notte fu visto il sole per
alcune ore. A Teano Sidicino nacque un bambino con quattro mani e altrettanti
piedi. Dopo la purificazione, ci fu la pace in città e fuori."
Commento
La lana sugli alberi di Veio
può ricondursi alla “bambagia silicea” dei moderni avvistamenti ufo (famoso fu
il caso di Firenze nel 1954), chiamata anche “capelli d’angelo”?
Un'altra torcia fu vista nel
cielo di notte, probabilmente anche questa una meteora.
Infine, a Cassino, un “sole” fu
osservato per alcune ore durante la notte. In questo caso non può trattarsi di
meteora (o l’avrebbero descritta anch’essa come “fax”), quindi di cosa si
trattava?
163 a .C. - Ti. Graccho M. Iuventio
"Capuae nocte sol
visus. In agro Stellati fulgure vervecum de grege pars exanimata.
Terracinae pueri trigemini nati. Formiis duo soles interdiu visi. Caelum arsit. Antii homo ex speculo acie orta combustus.
Gabiis lacte pluit. Fulmine pleraque decussa in Palatio. In templum Victoriae
cygnus inlapsus per manus capientium effugit. Priverni puella sine manu nata. In Cephallenia tuba in caelo cantare
visa. Terra pluit. Procellosa tempestate tecta diruta stragesque agrorum
facta. Crebro fulminavit. Nocte species solis Pisauri adfulsit. Caere porcus humanis
manibus et pedibus natus, et pueri quadrupes et quadrumanes nati. Ad
forum Aesi bovem flamma ex ipsius ore nata non laesit."
"A Capua fu visto
il sole di notte. Nel Campo Stellato una parte dei montoni di un gregge
fu uccisa da un fulmine. A Terracina nacquero tre gemelli. A Formia durante il giorno
furono visti due soli. Il cielo bruciò. (Ad Anzio) Un uomo fu bruciato da un raggio di luce
uscito da uno specchio. A Gabi piovve latte. Nel Palatino parecchie costruzioni furono
colpite dai fulmini. Nel tempio della Vittoria entrò un cigno e sfuggì dalle
mani di chi voleva catturarlo. A Priverno una fanciulla nacque senza una mano. A Cefalonia si vide una tromba che suonava in cielo. Piovve
terra. A causa di una violenta tempesta furono distrutte case e devastati
campi. Spesso caddero dei fulmini. Durante la notte a Pesaro brillò una specie di sole. A Cere
nacque un maiale con mani e piedi umani e fanciulli con quattro piedi e quattro
mani. A Foro Esino una fiamma, uscita dalla bocca di un bue, non lo ferì."
Commento
Un’altra carrellata di fatti
inspiegabili.
Sia a Capua che a Pesaro fu
visto un sole di notte.
A Formia, durante il giorno, ne
comparvero addirittura due, potrebbe trattarsi di “parelio” (o “cane solare”)?
Ad Anzio un uomo fu colpito da
un raggio uscito da uno “specchio”. Che fosse un oggetto con superficie
riflettente?
A Cefalonia fu avvistata una
“tromba” che suonava in cielo (ricordiamoci che le trombe romane erano di
foggia più semplice delle attuali). Questo ricorda gli avvistamenti di oggetti
volanti di fogge particolari avvistati in epoca moderna o anche le “trombe
angeliche” descritte nella Bibbia.
154 a .C. - Q. Opimio L. Postumio
"In provinciam
proficiscens Postumius consul cum immolaret, in plurimis victimis caput in
iocinere non invenit; profectusque post diem septimum aeger Romam relatus
expiravit. Compsae
arma in caelo volare visa. Fulmine pleraque decussa. A Gallis et a
Lusitanis Romani per arma graviter vexati."
"Il console Postumio che faceva un sacrificio prima di partire per la
provincia, non trovò la parte superiore del fegato in un gran numero di
vittime; e dopo essersi messo in cammino, fu riportato malato a Roma, dove morì
dopo sette giorni. A
Compsa furono viste volare in cielo armi. Molte costruzioni furono
colpite dai fulmini. I Romani furono sconfitti rovinosamente dai Galli e dai Lusitani."
Commento
Dopo le varie torce, soli
notturni ecc, ecco un evento ancora più particolare: armi volanti! A cosa si
riferivano i testimoni? In latino “arma” può indicare anche l’equipaggiamento
di un soldato, che i testimoni si riferissero a qualcosa di simile? Magari uno
scudo o qualcosa di simile ad un giavellotto?
137 a .C. - M. Aemilio C. Hostilio Mancino
"Cum Lavinii auspicaretur, pulli e cavea in silvam Laurentinam evolarunt
neque inventi sunt. Praeneste fax ardens in caelo
visa, sereno intonuit. Terracinae M. Claudius praetor in nave fulmine conflagravit.
Lacus Fucinus per milia passuum quinque quoquo versum inundavit. In Graecostasi
et comitio sanguine fluxit. Esquiliis equuleus cum quinque pedibus natus.
Fulmine pleraque decussa. Hostilius
Mancinus consul in portu Herculis cum conscenderet navem petens Numantiam, vox improviso
audita “Mane, Mancine.” Cumque egressus postea navem Genuae conscendisset,
anguis in navi inventus e manibus effugit. Ipse consul devictus, mox Numantinis
deditus."
"Mentre si prendevano gli auspici a Lavinio, i polli scapparono dalla
gabbia nella Selva Laurentina e non furono ritrovati. A Preneste fu vista una fiaccola ardente in cielo
e tuonò a ciel sereno. A Terracina il pretore Marco Claudio bruciò nella
sua nave a causa di un fulmine. Il lago Fucino uscì dal suo alveo per cinque
miglia in tutte le direzioni. Nella Grecostasi e nel Comizio sgorgò sangue. Nell’Esquilino nacque un puledro con cinque
zampe. I fulmini colpirono molte cose. Quando il console Ostilio Mancino stava
salendo sulla nave a Porto d’Ercole, diretto a Numanzia, all’improvviso si
sentì un grido: “Fermati, Mancino.” Sbarcò e salì su una nave a Genova: fu
trovato un serpente nella nave che sfuggì dalle mani. Lo stesso console venne
sconfitto e successivamente fu consegnato ai Numantini."
Commento
In questo caso la fiaccola
ardente potrebbe essere effettivamente una meteora che esplodendo
nell’atmosfera causa un forte boato come un tuono.
134 a .C. - P. Africano C. Fulvio
"In Amiterno sol
noctu visus, eiusque lux aliquamdiu fuit visa. Bos locutus et
nutritus publice.
Sanguine pluit. Anagniae servo tunica arsit et intermortuo igne nullum
flammae apparuit vestigium. In Capitolio nocte avis gemitus similes hominis dedit. In aede Iunonis
Reginae scutum Ligusticum fulmine tactum. Fugitivorum bellum in Sicilia
exortum, coniuratione servorum in Italia oppressa."
"Ad Amiterno
durante la notte si vide il sole; la sua luce fu vista per parecchio tempo.
Un bue parlò e fu mantenuto a spese pubbliche. Piovve sangue. Ad Anagni una
tunica bruciò addosso ad un servo e, spento il fuoco, non rimase alcun segno
della fiamma. Nel Campidoglio un uccello emise un gemito simile a quello dell’uomo.
Nel tempio di Giunone Regina lo scudo ligustico fu colpito da un fulmine. In
Sicilia ci fu una ribellione di schiavi e anche in Italia fu soffocata un
congiura di schiavi."
Commento
122 a .C. - Cn. Domitio C. Fannio
"In foro Vessano androgynus natus in mare delatus est. In Gallia
tres soles et tres lunae visae.
Vitulus biceps natus. Bubo in Capitolio visus. Aetnae incendio
Catina consumpta. Sallyes et Allobroges devicti."
"A Foro Vessano nacque un ermafrodito e fu gettato in mare. In Gallia furono visti tre soli
e tre lune. Nacque un vitello con
tre teste. Un gufo fu visto sul Campidoglio. Catania fu distrutta da un incendio
provocato dall’Etna. I Salli e gli Allobrogi furono vinti."
Commento
Se per i tre soli visti in
Gallia, durante il giorno, potrebbe trattarsi di parelio, cos’erano invece le
tre lune avvistate di notte?
106 a .C. - Q. Servilio Caepione C. Atilio Serrano
"Amiterni cum ex ancilla puer nasceretur, ave dixit. In agro Perusino et Romae locis aliquot lacte pluit. Inter multa
fulmine icta Atellis digiti hominis quattuor tamquam ferro praecisi. Argentum signatum
afflatu fulminis diffluxit. In agro Trebulano mulier nupta civi Romano fulmine
icta nec exanimata. Fremitus
caelestis auditus et pila caelo cadere visa. Sanguine pluit. Romae interdiu fax sublime
volans conspecta. In aede Larum flamma a fastigio ad summum columen penetravit innoxia.
Per Caepionem consulem senatorum et equitum iudicia communicata. Cetera in pace."
"Ad Amiterno un bambino appena nato da una ancella disse “Ave!”. Nel
territorio perugino e in alcuni luoghi di Roma piovve latte. Tra le varie cose
colpite da un fulmine, ad Atella quattro dita di un uomo furono tagliate come
da una spada. Una moneta di argento si sciolse con il calore di un fulmine. Nel
territorio di Trebula una donna sposata con un cittadino romano fu colpita da
un fulmine ma sopravvisse. Nel
cielo si sentì un rumore e si vide cadere una palla dal cielo. Piovve sangue.
A Roma di giorno fu
possibile vedere una fiamma che fluttuava nell’aria. Nel tempio dei Lari una fiamma
entrò dal tetto e arrivò alla sommità della colonna senza far danno. Su
proposta del console Cepione le giurie furono divise tra senatori e cavalieri.
Le altre cose rimasero in pace."
Commento
Un’altra possibile meteora
avvistata (la palla che cade dal cielo); ma cos’erano le due fiamme avvistate
rispettivamente a Roma e nel tempio dei Lari?
104 a .C. - C. Mario C. Flavio
"Bubo
extra urbem visus. Bos locuta. Trebulae Mutuscae simulacrum in templo, quod
capite adaperto fuit, opertum inventum. Nuceriae ulmus vento eversa sua sponte
erecta in radicem convaluit. In Lucanis lacte, Lunae sanguine pluit. Arimini
canis locutus. Arma
caelestia tempore utroque ab ortu et occasu visa pugnare et ab occasu vinci.
Aruspicum responso populus stipem Cereri et Proserpinae tulit. Virgines viginti
septem dona canentes tulerunt. Luna interdiu cum stella ab hora tertia usque ad horam septinam
apparuit. A fugitivis et desertoribus in Thurinis regiones vastatae.
Cimbri Alpes transgressi post Hispaniam vastatam iunxerunt se Teutonis. Lupus
urbem intravit. Fulminis ictu vultures super turrem exanimati.
Hora diei tertia solis defectus lucem obscuravit. Examen apium ante aedem
Salutis consedit. In comitio lacte pluit. In Piceno tres soles visi. In agro Vulsiniensi flamma e
terra orta caelumque visa contingere. In Lucanis duo agni equinis pedibus
nati, alter siminino capite. In Tarquinensi lactis rivi terra scaturienti
exorti. Aruspicum responso signa oleaginea duo armata statuta supplicatumque. In
Macedonia Thraces subacti."
"Un gufo fu visto fuori città. Una mucca parlò. A Tremula Mutusca fu
trovata con il capo coperto una statua, che era a capo scoperto. A Nocera un
olmo, rovesciato dal vento, si ristabilì eretto sulle radici di sua spontanea
volontà. In Lucania piovve latte, a Luni sangue. A Rimini una cane parlò. Armi celesti furono viste combattere in un certo momento dall’est all’ovest
e prevalse quella occidentale. In base al responso degli aruspici il
popolo portò un’offerta a Cerere e a Proserpina. Ventisette vergini portarono i doni cantando.
La Luna e una stella apparvero dall’ora terza all’ora settima
durante il giorno. Il territorio vicino a Turi fu devastato dai
fuggitivi e dai disertori. I Cimbri dopo aver oltrepassato le Alpi e aver
devastato la Spagna
si unirono ai Teutoni. Un lupo entrò a Roma. Alcuni avvoltoi furono colpiti e
uccisi da un fulmine su una torre. All’ora terza ci fu un’eclissi. Uno sciame
di api si stabilì davanti al tempio della Salute. Piovve latte sul Comizio. Nel Piceno furono visti tre soli. Nei campi di Volsini si vide una fiamma, spuntata dalla terra,
toccare il cielo. In Lucania due agnelli nacquero con zampe
equine; uno dei due aveva la testa di scimmia.
Nei pressi di Tarquinia sgorgarono dalla terra fiumi di latte. In base
al responso degli aruspici furono collocate due statue di legno armate e si
tenne una supplicatio. In
Macedonia i Traci furono sottomessi."
Commento
Partiamo dai due fenomeni meno
clamorosi: una Luna accompagnata da una stella avvistate in pieno giorno (due
oggetti volanti di forme diverse?) e una fiamma, che, inspiegabilmente, parte
da terra per scomparire nel cielo (qualcosa precedentemente atterrato che
riparte utilizzando motori a razzo?).
Ma il fatto più importante non
può che essere la battaglia di “armi celesti” avvistata nei cieli. Dalla
descrizione si desume che si sia trattato di un vero e proprio scontro tra due formazioni
di oggetti volanti e che a vincere fu quella partita da occidente.
102 a .C. - C. Mario Q. Lutatio
"Novemdiale sacrum fuit, quod in Tuscis lapidibus pluerat. Urbs
aruspicum iussu lustrata. Hostiarum cinis per decemviros in mare dispersus, et
per dies novem per magistratus circa omnia templa et municipia pompa ducta
supplicantum. Hastae Martis in regia sua sponte motae. Sanguine circa amnem
Anienem pluit. Examen apium in foro boario in sacello consedit. In Gallia in castris lux nocte
fulsit. Puer ingenuus Ariciae flamma comprehensus nec ambustus. Aedes
Iovis clusa fulmine icta. Cuius expiationem quia primus monstraverat Aemilius
Potensis aruspex, praemium tulit, ceteris celantibus, quod ipsis liberisque
exitium portenderetur. Piratae in Cilicia a Romanis deleti. Teutoni a Mario trucidati."
"Ci fu
un rito sacro di nove giorni, perché erano piovuti sassi in Etruria. La città
fu purificata per ordine degli aruspici. Le ceneri delle vittime furono disperse
in mare dai decemviri, e per nove giorni una processione di supplicanti fu
condotta dai magistrati attorno a tutti i templi e municipi. Le lance di Marte si mossero di loro volontà
nella Regia. Piovve sangue attorno al fiume Aniene. Uno sciame di api si insediò in un tempietto
nel foro Boario. Negli
accampamenti in Gallia una luce brillò di notte. Un fanciullo libero di
Aricia fu avvolto dalle fiamme ma non venne consumato. Il tempio di Giove fu
colpito da un fulmine mentre era chiuso. L’aruspice Emilio Potense ebbe un premio,
poiché per primo aveva indicato l’espiazione di questo prodigio, mentre gli
altri lo celavano, perché annunciava la morte di loro stessi e dei figli. I
pirati furono annientati dai Romani in Cilicia. I Teutoni furono sterminati da
Mario."
Commento
Anche se decisamente poche le informazioni
a riguardo, possiamo annoverare la luce apparsa di notte, negli accampamenti
romani in Gallia, quantomeno come fenomeno particolare.
Seconda parte dell'articolo.
Seconda parte dell'articolo.
HO FATTO 3 +5 ANNI DI LATINO SUI BANCHI DI SCUOLA...... MAI MAI UNA SOLA PAROLA DI CIO. FANCULO PROFF
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